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Riparo dalla tempesta (Milano)

Aggiornamento: 14 ott 2019

Placche in gola e zaino in spalla sono andato a "timbrare il cartellino"...

Dopo mezz'ora dall'inizio, oltre al freddo si aggiunge il tipo di pioggia più noiosa e antipatica che esiste: cielo coperto con DEBOLE PIOGGIA ALTERNATA A SCHIARITE, quella pioggerella che ti pizzica in faccia, che dopo 5 minuti ti accorgi che sei bagnato fradicio... che prima ti illude, e poi ti punisce!


Ho spostato tutto il set e mi sono rifugiato sotto l'ingresso del Castello, dove c'era una acustica fantastica, e ho attaccato con "SHELTER FROM THE STORM" di Bob Dylan (era il pezzo più adatto alla situazione), prima in inglese e poi in italiano. Questa parte del testo dice tutto su come mi sentivo:


<<I was burned out from exhaustion, buried in the hail,

Poisoned in the bushes an' blown out on the trail,

Hunted like a crocodile, ravaged in the corn.

"Come in," she said,

"I'll give you shelter from the storm>>


<<CONSUMATO DI STANCHEZZA SORPRESO DA UNA GRANDINATA

AVVELENATO IN MEZZO AI ROVI STREMATO SULLA STRADA

COME UN COCCODRILLO IN FUGA PER CUI SCAMPO NON CE N’E’

“ENTRA” LEI MI DISSE “SEI IN SALVO QUI CON ME”>>



La gente ha cominciato a correre in preda al panico e fortunatamente qualcuno si è riparato dove stavo io, altrimenti il mio pubblico di oggi sarebbe stata solo la voltante dei Vigili vicino all'ingresso!


A un certo punto cala il BUIO e non vedevo il testo. Quando ho cantato il Cielo d'Irlanda dicendo: "Il cielo d'Irlanda è una donna che cambia spesso COLORE" ho capito che era meglio interrompere lo show!


Finito lo spettacolo mi sono intrattenuto con dei colleghi, che come me lavorano sulla strada: i ragazzi del baracchino di panini e Giuseppe, il ritrattista, che ringrazio per il caffè e per avermi riaperto la custodia quando il vento la faceva chiudere!


A domani in CADORNA, ore 12-15!


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