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Il carrozzone (Sanremo)

Aggiornamento: 12 feb 2020

Come ogni anno a febbraio arriva il carrozzone trash del "Festival di Sanremo", con le sue polemiche finte, l'auditel, i commenti sugli outfit, le gaffe, gli scoop, le marchette,... ah si e poi ci sono le canzoni!

Per la prima volta, nonostante mi fosse stato vivamente sconsigliato da alcuni colleghi (troppo caos, troppi artisti in giro, braccine corte dei liguri), decido di provare questa esperienza e mi reco a Sanremo in occasione della kermesse di plastica, immerso per cinque giorni in questo vuoto pneumatico di pagliacci, nani e ballerine.


I primi due giorni iniziano in salita, la gente non è molta e sembra un pò distratta: molti si guardano in giro per cercare di fermare un vip qualunque con cui fare un selfie (un gruppo di ragazzine mi scambia perfino per un personaggio famoso), altri fanno la passerella per farsi notare, come Francesco Facchinetti che continua a fare avanti e indietro per il corso insieme al suo mega ciuffo di capelli trapiantati.

I restanti giorni però la situazione finalmente si riprende e posso godermi tanti momenti e situazioni divertenti: l'attenzione di un pubblico sempre più numeroso, l'intervista su Silver Music Radio, i duetti improvvisati (come quello con la cantante Sara Romano sulle note di "I've Just Seen A Face"), le richieste di cantare e suonare da parte di diversi passanti (come i ragazzi calabresi, le giovani maschere dell'Ariston che si mettono in cerchio, Paul vestito da cowboy che canta un pezzo di Gianni Morandi), gli incontri con simpatici colleghi (come Andi Lios, Franco il sassofonista, Roberto l'omino dei palloncini) e negozianti (come Matteo Mancini del negozio di scarpe personalizzate, o le due ragazze della gelateria).

E poi c'è Trevor, un ragazzo canadese con uno zaino in spalla e una telecamera in diretta streaming su Twitch (https://www.twitch.tv/hitch/video/547636823?filter=clips&range=7d), con migliaia di telespettatori che seguono live il mio concerto di strada, commentando la performance con grande partecipazione! A fine spettacolo Trevor mi chiede a nome dei suoi fan di eseguire "Country Roads" di John Denver, cosa che mi appresto a fare con piacere, se non fosse che da un furgoncino esce un signore incazzatissimo perchè gli ostruisco il passaggio. Senza saperlo migliaia di spettatori sul web assistevano ai suoi improperi!


In conclusione questa bella esperienza è ulteriore dimostrazione della genuinità della strada, dove non hai bisogno di vestirti come Achille Lauro o di sculettare come Elettra Lamborghini per farti notare, ti basta stendere un tappeto a terra, accendere l'amplificatore e suonare/cantare con sincerità, di fronte all'unica vera giuria demoscopica: i passanti!

E se si avvicina una signora anziana con la busta della spesa, ti posa una banconota piegata in quattro sul leggio e ti dice: "Qua la gente paga centinaia di euro per entrare all'Ariston ad ascoltare rumenta (=spazzatura), molto meglio la musica che fai tu fuori!"... allora capisci di aver vinto il tuo Sanremo personale!




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